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Epatite A

L'epatite A è una malattia virale causata dal virus dell'epatite A (HAV) appartenente alla famiglia Picornaviridae. Questo agente è particolarmente resistente nell'ambiente: sopravvive, infatti, in acqua dolce e salata, resiste ai detergenti e sopporta le basse temperature e il calore fino a 60 °C.

Diffusione in natura: la malattia è presente in tutto il mondo, tuttavia si riscontra più frequentemente nei Paesi in via di sviluppo dove le condizioni igienico-ambientali spesso inadeguate garantiscono la sopravvivenza e la diffusione del virus nella popolazione.

Modalità di trasmissione: Il virus si trasmette da persona a persona per via oro-fecale; solo raramente sono stati osservati casi conseguenti a trasfusioni di sangue e a rapporti sessuali.  Attraverso le feci di soggetti infetti, anche asintomatici, l'agente virale può contaminare le acque. Il consumo di molluschi crudi o poco cotti provenienti da acque inquinate sono il più comune veicolo alimentare. Tuttavia attraverso l'acqua il virus può contaminare altre tipologie di alimenti quali verdura e prodotti derivati, frutta e prodotti della pesca che, se consumati crudi o poco cotti, possono veicolare il virus all'uomo.

Sintomi: il periodo di incubazione varia da 15 a 45 giorni e dopo la malattia generalmente si sviluppa immunità per tutta la vita. Il virus è presente nelle feci da 10 giorni prima dell'esordio dei sintomi fino a una settimana dopo la scomparsa, mentre si riscontra nel sangue solo per alcuni giorni dopo l'infezione. Negli adulti la malattia si manifesta con esordio improvviso solitamente con sintomi simil-influenzali quali stanchezza e spossatezza, febbre, perdita di appetito, nausea, mal di testa, dolori muscolari, dolorabilità addome in corrispondenza dell'area epatica (dolore sotto costale lato destro). Con il proseguire della malattia si presentano altri sintomi, quali la colorazione molto scura delle urine e molto chiara delle feci, ittero e prurito. Le forme gravi dell’epatite A sono rare e la guarigione, di tipo spontaneo, avviene di solito dopo un mese dall'esordio. I bambini, generalmente asintomatici, possono presentare diarrea.

Prevenzione e controllo: il virus dell’epatite A sopravvive a basse temperature, ma viene rapidamente inattivato dal calore. Si raccomanda, quindi, di prediligere il consumo degli alimenti potenzialmente a rischio solo dopo la loro cottura. Nei Paesi in via di sviluppo è possibile minimizzare il rischio di epatite A e di altre malattie gastrointestinali evitando alimenti e acqua potenzialmente contaminati, prediligendo il consumo di acqua e bevande confezionate senza l'aggiunta di ghiaccio ed evitando di mangiare frutti di mare crudi, verdure crude e frutta da sbucciare.

Relativamente all’allerta dell’estate 2013 legata alla presenza del virus in frutti di bosco surgelati, la task force di esperti incaricata dal Ministero di indagare la situazione, raccomanda il consumo dei frutti di bosco surgelati solo previa cottura; il virus dell'epatite A, infatti, viene inattivato rapidamente dal calore. Bollire per due minuti i frutti di bosco surgelati garantisce la salubrità dell'alimento. Gli operatori del settore alimentare che producono prodotti quali yogurt, gelati, torte a base di frutti di bosco sono tenuti a mettere in pratica nelle procedure aziendali misure di controllo del rischio di epatite A. Le misure di controllo ad oggi prevedono l'utilizzo di frutti di bosco surgelati solo previa cottura e dei frutti di bosco freschi solo dopo accurato lavaggio.

se vuoi saperne di più su ... ALLERTA NEI FRUTTI DI BOSCO

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scheda realizzata a cura di S.C. Controllo Alimenti e Igiene delle Produzioni