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Campylobacter spp.

 

Il genere Campylobacter comprende diverse specie di batteri a forma di spirale, termotolleranti (crescono a temperature comprese tra i 37 °C e i 42°C), microaerofili (crescono bene in presenza di poco ossigeno) e responsabili di “campilobatteriosi” nell’uomo e negli animali.

Diffusione in natura. Campylobacter spp. è variamente diffuso in natura: negli animali e nell’ambiente. Il principale serbatoio è il tratto intestinale di animali selvatici e domestici. Gli uccelli, soprattutto il pollame, sono gli ospiti più comuni, ma anche i bovini, ovini e suini rappresentano importanti reservoir.

Modalità di trasmissione. La trasmissione all’uomo può avvenire in modo indiretto attraverso il consumo di alimenti e acqua contaminati da materiale fecale e, con frequenza  minore, attraverso il contatto diretto con animali infetti, sia domestici che zootecnici, e tra uomo e uomo. Gli alimenti che rappresentano il principale veicolo d’infezione nell’uomo sono le carni avicole infette (pollo, tacchino, anatra, oca) consumate poco cotte. La contaminazione della carne avviene durante la macellazione, attraverso il contatto diretto con il materiale fecale. Un’altra via di infezione da non trascurare è rappresentata dal consumo di latte vaccino crudo o non pastorizzato. Il pesce, le cozze e i vegetali crudi possono rappresentare, seppur con minor frequenza, un’ulteriore fonte di infezione.

Sintomi. Campylobacter spp. è responsabile di gastroenteriti di varia entità, da forme lievi con diarrea, febbre e nausea, a forme di coliti più gravi. Generalmente l’infezione si risolve nell’arco di pochi giorni, solo di rado e nelle categorie “a rischio”, quali bambini, anziani e soggetti immunodepressi, si possono verificare complicanze post infettive come artriti e disordini neurologici (sindrome di Guillain-Barrè ).

Distribuzione della malattia. La campilobatteriosi rappresenta la zoonosi più frequentemente riportata in Europa negli ultimi cinque anni seguita dalla salmonellosi e yersiniosi. Il numero dei casi d'infezione nell'uomo nell’Unione Europea ha mostrato un andamento che si è mantenuto stabile nel corso di questi ultimi anni; nel 2010 il numero totale dei casi confermati è stato 212,064, in leggero aumento rispetto ai 198,682 casi del 2009 e il dato riportato in Italia è di 457 (0,76 casi su 100.000 abitanti).

Prevenzione. La diffusione e la trasmissione della campilobatteriosi può essere controllata mediante  l’applicazione di opportune misure igieniche in allevamento, durante le operazioni di macellazione e sezionamento e negli stabilimenti di produzione e trasformazione degli alimenti. In ambito domestico prestare attenzione a:

  • PULIZIA: lavarsi accuratamente le mani con sapone ed acqua calda prima e dopo aver manipolato gli alimenti, soprattutto se crudi.
  • SEPARARE ALIMENTI CRUDI E COTTI: in particolare la carne avicola e suina e il latte crudo dagli altri alimenti. Non riutilizzare per altri alimenti, se non dopo lavaggio accurato, coltelli e taglieri utilizzati per alimenti crudi. Conservare gli alimenti in recipienti chiusi per evitare ogni contaminazione tra alimenti crudi e alimenti pronti al consumo.
  • COTTURA: importante, per l'eliminazione del microrganismo, è il trattamento termico, è quindi importante cuocere bene le carni e consumare il latte crudo previa bollitura.
great britain              Campylobacter è la causa più comune di intossicazione alimentare nel Regno Unito, afferma la Food Standards Agency (FSA). L'Agenzia raccomanda ai cittadini britannici di "smettere di lavare il pollo prima di cuocerlo" pratica che può diffondere tale microrganismo su mani, superfici di lavoro, abbigliamento e attrezzature da cucina attraverso spruzzi d'acqua. Leggi tutto!

 

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scheda realizzata a cura di S.C. Controllo Alimenti e Igiene delle Produzioni