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Diossine

Con il termine diossine si intende un gruppo di sostanze discendenti da idrocarburi alogenati, il gruppo include 75 dibenzo diossine e 135 dibenzofurani, ma tra tutti questi soltanto 17 sono tossici. La più tossica è la tetracloroparadibenzodiossina (TCDD, alla base dell’episodio di Seveso) classificata nel 1997 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel Gruppo 1, ovvero «cancerogeno certo per l’uomo». Sono tutti composti molto solubili in grassi e solventi, molto resistenti ad acidi e alcali, caratteristiche che garantiscono loro un'elevatissima persistenza ambientale. Inoltre le caratteristiche di semi-volatilità permettono loro di essere trasportati per lunghe distanze.
Sono contaminanti molto diffusi ma prodotti involontariamente da processi chimici di combustione, dalla lavorazione di altre sostanze quali: inceneritori dei rifiuti, sbiancamento della pasta di legno, acciaierie, e molte industrie chimiche.

I PCB (policlorobifenili) invece sono idrocarburi di sintesi cioè prodotti dall’uomo, contenenti cloro. A motivo delle loro eccellenti proprietà fisico-chimiche, i PCB sono stati utilizzati nel secolo scorso, come oli idraulici, lubrificanti, agenti ignifughi e nell'elettrotecnica come liquidi isolanti nei trasformatori e dielettrici nei condensatori.
Sebbene il loro impiego sia proibito da tempo, a seguito del largo utilizzo che hanno avuto in passato, si rinvengono ancora oggi nelle apparecchiature elettriche, nei prodotti plastici, nel settore delle costruzioni e nell’ambiente. In natura i PCB non sono biodegradabili (emivita fino a 60 anni) e perciò si diffondono in tutto il mondo.
Sebbene le diossine e alcuni PCB abbiano tossicità analoga, questi ultimi sono rilasciati nell'ambiente in quantità decisamente superiore, permangono più a lungo e e spesso sono presenti in cibo e mangimi in quantità di molto superiori alle diossine.
Entrambe le sostanze sono liposolubili e, a causa della loro buona liposolubilità, si accumulano attraverso la catena alimentare nei tessuti adiposi di pesci e mammiferi. Inoltre si amplificano nella catena alimentare attraverso alcuni passaggi biologici che sono in grado di bioconcentrare le sostanze.

Per le loro proprietà chimiche sono quindi  in grado di persistere a lungo nell’ambiente ed accumularsi  nel tessuto adiposo dell’uomo. La via di assunzione principale è quella alimentare: gli studi effettuati hanno evidenziato che circa il 90% dell'esposizione umana avviene con la dieta e circa l’80% con gli alimenti di origine animale (fonti varie tra cui WHO, l’Organizzazione mondiale della salute). Solo in piccola percentuale l'esposizione sembra da riferirsi alla inalazione di aria contaminata (5%).
La tossicità è legata alla loro capacità di accumularsi negli organismi causando effetti sulla sfera endocrina, riproduttiva e sul sistema nervoso, oltre ad una tossicità acuta (cutanea:cloracne). Alcuni composti sono sospetti o dimostrati cancerogeni. L'esposizione avviene soprattutto per ingestione di prodotti in cui si sono accumulate queste sostanze, quali carni, pesci... Anche l'ambiente acquatico può assorbire le sostanze per deposizione atmosferica, scarichi industriali e dilavamento dei suoli contaminati.

Le verdure rappresentano un rischio inferiore poiché in genere questi contaminanti non sono assorbiti dalle piante, ma si depositano sulle foglie. L’assorbimento attraverso l’apparato radicale da parte delle piante è minimo ad eccezione per i vegetali appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, quali zucchine, zucche, ecc. le quali rilasciano particolari sostanze nel suolo, gli essudati radicali, che sono in grado di mobilizzare le diossine in prossimità delle radici rendendole disponibili all’assorbimento (Fries, 1995). Per quanto riguarda i vegetali che crescono sottoterra, come patate e carote, può giocare un certo ruolo l'assorbimento superficiale sui bulbi dovuto al contatto diretto delle diossine presenti nel suolo: la rimozione della buccia comporta l’eliminazione del contaminante.
Nel corso dell'ultimo decennio la normativa dedicata alla contaminazione degli alimenti da diossine, furani e PCB ha subito importanti modifiche, Il Regolamento 850/2004, entrato in vigore nel 2004 contiene disposizioni concernenti la produzione, l'immissione in commercio e l'uso di sostanze chimiche, la gestione di scorte e rifiuti nonché misure per ridurre il rilascio non intenzionale di questi contaminanti  e ne prevede la limitazione delle emissioni ogni qualvolta questo sia possibile. Inoltre, gli Stati membri hanno l'obbligo di predisporre: inventari delle emissioni, piani di attuazione nazionali, meccanismi di monitoraggio e scambio delle informazioni. A partire da 2 pareri, uno dello SCAN (Scientific Committee Animal Nutrition) e uno dello SCF (Scientific Committee Food) la normativa europea è stata ulteriormente modificata.

scheda realizzata a cura di S.C. Epidemiologia ed Osservatorio Epidemiologico

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