Pericoli chimici
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Tutti gli alimenti, la materia vivente e quindi anche il nostro stesso corpo sono fatti di sostanze chimiche. Il cibo contiene sia naturalmente, sia per aggiunta volontaria o involontaria, una grande varietà di sostanze; alcune desiderabili, come i nutrienti, altre non desiderabili, quali tossine di origine naturale, residui di pesticidi, micotossine, farmaci per uso veterinario, metalli pesanti e altri residui involontariamente o incidentalmente introdotti nella catena alimentare durante l’intero ciclo dell’alimento (la coltivazione, la lavorazione, il trasporto o l’imballaggio).
Inoltre vi è la possibilità di esposizione ad agenti chimici aggiunti intenzionalmente ai prodotti alimentari in particolare per l’utilizzo in modo improprio o illegale (aggiunta in quantità superiori a quelle consentite o in alimenti non consentiti) o il ricorso a sostanze non autorizzate.
Il fatto che un contaminante chimico costituisca o meno un rischio per la salute dipende da molti fattori, tra cui ...
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l’assorbimento e la tossicità della sostanza,
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il livello di tale sostanza nel cibo,
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la quantità di cibo contaminato consumata
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la durata dell’esposizione
Ognuno di noi ha una diversa sensibilità ai contaminanti e inoltre altri fattori della dieta possono influire sulle conseguenze tossiche di ciascun contaminante.
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Diossine |
Con il termine diossine si intende un gruppo di sostanze discendenti da idrocarburi alogenati, il gruppo include 75 dibenzo diossine e 135 dibenzofurani, ma tra tutti questi soltanto 17 sono tossici. La più tossica è la tetracloroparadibenzodiossina (TCDD, alla base dell’episodio di Seveso) ... leggi tutto - Terra dei fuochi: aggiornamento sul monitoraggio
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Farmaci ad uso veterinario |
Diverse possono essere le cause della presenza di residui di farmaci negli alimenti: tra le più frequenti si possono citare il mancato rispetto dei tempi di sospensione previsti per il farmaco, la mancata od erronea individuazione degli animali trattati, l’uso improprio dei farmaci... leggi tutto |
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I fitofarmaci denominati anche prodotti fitosanitari o agrofarmaci sono quei prodotti “contenenti o costituiti da sostanze attive, destinati ad uno dei seguenti impieghi:
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Metalli pesanti |
I metalli pesanti sono componenti naturalmente presenti sulla crosta terrestre dove si rinvengono in piccole tracce. Tuttavia alcuni processi industriali, nonché l’utilizzazione massiva di certi beni di consumo, possono incrementare notevolmente la loro presenza nell'ambiente. L’esposizione dell’uomo a questi metalli ... leggi tutto
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Micotossine |
Le micotossine sono composti tossici prodotti da diversi tipi di funghi e lieviti che proliferano e si sviluppano con formazioni pulverulente (muffe) bianche, verdastre o nere sulle coltivazioni sia in campo, a causa di particolari condizioni ambientali, quali eccessiva temperatura e umidità, sia durante il trasporto e lo stoccaggio in seguito ad una conservazione o ad un trattamento impropri. Le tossine prodotte possono giungere al nostro tavolo ... leggi tutto " 5 domande sulle aflatossine " documento a cura di ISS " Aflatossina M1 cronaca di una emergenza annunciata " newsletter IZSTOinforma |
Puoi trovare i limiti definiti per il mercurio e gli altri metalli pesanti negli alimenti, per le aflatossine, per le diossine nel Regolamento CE 1881/2006 che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti negli alimenti
Diossine
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Con il termine diossine si intende un gruppo di sostanze discendenti da idrocarburi alogenati, il gruppo include 75 dibenzo diossine e 135 dibenzofurani, ma tra tutti questi soltanto 17 sono tossici. La più tossica è la tetracloroparadibenzodiossina (TCDD, alla base dell’episodio di Seveso) classificata nel 1997 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel Gruppo 1, ovvero «cancerogeno certo per l’uomo». Sono tutti composti molto solubili in grassi e solventi, molto resistenti ad acidi e alcali, caratteristiche che garantiscono loro un'elevatissima persistenza ambientale. Inoltre le caratteristiche di semi-volatilità permettono loro di essere trasportati per lunghe distanze.
Sono contaminanti molto diffusi ma prodotti involontariamente da processi chimici di combustione, dalla lavorazione di altre sostanze quali: inceneritori dei rifiuti, sbiancamento della pasta di legno, acciaierie, e molte industrie chimiche.
I PCB (policlorobifenili) invece sono idrocarburi di sintesi cioè prodotti dall’uomo, contenenti cloro. A motivo delle loro eccellenti proprietà fisico-chimiche, i PCB sono stati utilizzati nel secolo scorso, come oli idraulici, lubrificanti, agenti ignifughi e nell'elettrotecnica come liquidi isolanti nei trasformatori e dielettrici nei condensatori.
Sebbene il loro impiego sia proibito da tempo, a seguito del largo utilizzo che hanno avuto in passato, si rinvengono ancora oggi nelle apparecchiature elettriche, nei prodotti plastici, nel settore delle costruzioni e nell’ambiente. In natura i PCB non sono biodegradabili (emivita fino a 60 anni) e perciò si diffondono in tutto il mondo.
Sebbene le diossine e alcuni PCB abbiano tossicità analoga, questi ultimi sono rilasciati nell'ambiente in quantità decisamente superiore, permangono più a lungo e e spesso sono presenti in cibo e mangimi in quantità di molto superiori alle diossine.
Entrambe le sostanze sono liposolubili e, a causa della loro buona liposolubilità, si accumulano attraverso la catena alimentare nei tessuti adiposi di pesci e mammiferi. Inoltre si amplificano nella catena alimentare attraverso alcuni passaggi biologici che sono in grado di bioconcentrare le sostanze.
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Per le loro proprietà chimiche sono quindi in grado di persistere a lungo nell’ambiente ed accumularsi nel tessuto adiposo dell’uomo. La via di assunzione principale è quella alimentare: gli studi effettuati hanno evidenziato che circa il 90% dell'esposizione umana avviene con la dieta e circa l’80% con gli alimenti di origine animale (fonti varie tra cui WHO, l’Organizzazione mondiale della salute). Solo in piccola percentuale l'esposizione sembra da riferirsi alla inalazione di aria contaminata (5%).
La tossicità è legata alla loro capacità di accumularsi negli organismi causando effetti sulla sfera endocrina, riproduttiva e sul sistema nervoso, oltre ad una tossicità acuta (cutanea:cloracne). Alcuni composti sono sospetti o dimostrati cancerogeni. L'esposizione avviene soprattutto per ingestione di prodotti in cui si sono accumulate queste sostanze, quali carni, pesci... Anche l'ambiente acquatico può assorbire le sostanze per deposizione atmosferica, scarichi industriali e dilavamento dei suoli contaminati.
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Le verdure rappresentano un rischio inferiore poiché in genere questi contaminanti non sono assorbiti dalle piante, ma si depositano sulle foglie. L’assorbimento attraverso l’apparato radicale da parte delle piante è minimo ad eccezione per i vegetali appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, quali zucchine, zucche, ecc. le quali rilasciano particolari sostanze nel suolo, gli essudati radicali, che sono in grado di mobilizzare le diossine in prossimità delle radici rendendole disponibili all’assorbimento (Fries, 1995). Per quanto riguarda i vegetali che crescono sottoterra, come patate e carote, può giocare un certo ruolo l'assorbimento superficiale sui bulbi dovuto al contatto diretto delle diossine presenti nel suolo: la rimozione della buccia comporta l’eliminazione del contaminante.
Nel corso dell'ultimo decennio la normativa dedicata alla contaminazione degli alimenti da diossine, furani e PCB ha subito importanti modifiche, Il Regolamento 850/2004, entrato in vigore nel 2004 contiene disposizioni concernenti la produzione, l'immissione in commercio e l'uso di sostanze chimiche, la gestione di scorte e rifiuti nonché misure per ridurre il rilascio non intenzionale di questi contaminanti e ne prevede la limitazione delle emissioni ogni qualvolta questo sia possibile. Inoltre, gli Stati membri hanno l'obbligo di predisporre: inventari delle emissioni, piani di attuazione nazionali, meccanismi di monitoraggio e scambio delle informazioni. A partire da 2 pareri, uno dello SCAN (Scientific Committee Animal Nutrition) e uno dello SCF (Scientific Committee Food) la normativa europea è stata ulteriormente modificata.
scheda realizzata a cura di S.C. Epidemiologia ed Osservatorio Epidemiologico
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Farmaci ad uso veterinario
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Diverse possono essere le cause della presenza di residui di farmaci negli alimenti: tra le più frequenti si possono citare...
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il mancato rispetto dei tempi di sospensione previsti per il farmaco
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la mancata od erronea individuazione degli animali trattati
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l’uso improprio dei farmaci, cioè a dosaggi troppo elevati o a seguito di uso illegale di farmaci nell’alimentazione animaleTutto ciò porta alla presenza di residui nelle carni, nel latte e nelle uova.
E’ purtroppo noto che in alcune situazioni esiste un abuso nell’impiego dei farmaci veterinari o, peggio ancora, un uso del tutto illegale di farmaci proibiti, utilizzati sia per la terapia sia per alterare la normale fisiologia degli animali (ad esempio talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica o beta agoniste), allo scopo di aumentare il volume e il peso delle masse muscolari e quindi ottenere facili guadagni. Si tratta di situazioni di rischio che, nell’ambito della sanità pubblica, sono oggetto di costante sorveglianza da parte dei Servizi Veterinari pubblici, i quali operano in rete e su direttive emanate dal Ministero della Salute e dall’Unione Europea.
Altro punto importante è il rispetto del “tempo di sospensione” specifico per ogni farmaco, tempo necessario all’organismo animale per metabolizzare il prodotto somministrato e così evitare di trovarne residui nelle carni, nel latte, nelle uova e negli alimenti da essi derivati.
scheda realizzata a cura di S.C. Epidemiologia ed Osservatorio Epidemiologico
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Fitofarmaci
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I fitofarmaci denominati anche prodotti fitosanitari o agrofarmaci sono quei prodotti “contenenti o costituiti da sostanze attive, destinati ad uno dei seguenti impieghi:
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proteggere i vegetali o i prodotti vegetali da tutti gli organismi nocivi o prevenire gli effetti di questi ultimi;
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influire sui processi vitali dei vegetali, ad esempio nel caso di sostanze, diverse dai nutrienti, che influiscono sulla loro crescita;
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conservare i prodotti vegetali, sempre che la sostanza o il prodotto non siano disciplinati da disposizioni comunitarie speciali;
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distruggere vegetali o parti di vegetali indesiderati, ecc; controllare o evitare una crescita indesiderata dei vegetali” (definizione tratta dal Reg (CE) 1107/2009)Più frequentemente sono denominati anche pesticidi, con termine di derivazione anglosassone.
Essi hanno un ruolo determinante nell’attuale agricoltura, essendo usati per difendere le colture da parassiti (soprattutto insetti e acari) e patogeni (batteri, virus, funghi), per controllare lo sviluppo di piante infestanti e per assicurare il raggiungimento di elevati standard di qualità dei prodotti agricoli. La necessità di proteggere le colture agricole da agenti infestanti di ogni genere ha spinto l’industria e l’agricoltura ad una produzione e ad un uso sempre più massiccio di questi prodotti.Si tratta di composti dotati spesso di elevata tossicità; il loro uso improprio, non sperimentato e non autorizzato, determina pericoli e rischi per la salute umana e animale. Il loro impiego ha un impatto ormai largamente confermato sulle proprietà fisiche e chimiche dei suoli e sulla fauna. Alcuni residui, inoltre, possono contaminare le acque superficiali e sotterranee, con effetti pericolosi sulla salute umana e sull’ambiente. Anche i prodotti ittici possono risultare contaminati da questo tipo di composti, poiché i fitofarmaci, per dilavamento del terreno ad opera della pioggia, finiscono nelle acque dei fiumi ed infine nei mari.scheda realizzata a cura di S.C. Epidemiologia ed Osservatorio Epidemiologico